La cimice dei letti è un insetto tra i meno noti nella folta schiera di parassiti presenti nelle abitazioni e nelle strutture ricettive. Si tratta di un insetto altamente infestante, appartenente alla specie Cimex lectularius, che – come appunto suggerisce il nome – popola principalmente la camera da letto, ma in caso di infestazioni serie è possibile trovarlo anche su poltrone, divani, sedie imbottite e simili. Di giorno vive al riparo dalla luce diretta, rimanendo nascosto nella sua tana ricavata in piccole crepe nei muri o fessure nell’intelaiatura dei letti, ma anche tra le cuciture o le lacerazioni dei materassi, o addirittura nelle prese elettriche. Invece, durante la notte esce, perché attratto dal calore che si crea nelle camere da letto e dall’anidride carbonica esalata da coloro che vi soggiornano. Essendo un insetto ematofago – cioè che necessita di sangue umano per sopravvivere – va alla ricerca di nutrimento pungendo ripetutamente il malcapitato che dorme inconsapevole nella stanza.
Il fatto che esce ed agisce solo di notte rende estremamente difficoltosa l’identificazione di questo insetto, ma anche la sua dimensione contribuisce a renderlo poco riconoscibile: nel primo periodo di vita misura all’incirca 1 mm ed è bianco quasi trasparente, poi, con il passare del tempo, cresce arrivando a misurare circa 5mm di lunghezza ed assume un colore ambrato.
I principali indizi che possono portare al sospetto di un’infestazione di cimice dei letti sono la presenza di bolle rosse sul corpo e macchie di sangue sulle lenzuola. Le bolle sulla pelle ritrovate al risveglio potrebbero risultare simili a quelle di una puntura di altri insetti, come ad esempio l’acaro del tarlo del legno, ma per capire se si tratta di cimice dei letti bisogna innanzitutto controllare che le bolle si trovino nelle parti del corpo che di notte restano scoperte (faccia, mani, braccia e collo). La puntura di una cimice dei letti genera una macchia rossa associata a prurito locale, ma è assai difficile riscontrarne una sola, perché quando l’insetto è all’opera succhia il sangue in più punti diversi e tendenzialmente vicini tra loro.
Anche una macchia di sangue sul lenzuolo può segnalare la presenza di questo insetto: potrebbe capitare che la persona girandosi nel letto schiacci una cimice che ha appena finito di succhiare il sangue, lasciando una chiazza rossa bella evidente; dopotutto una cimice dei letti in un pasto ingerisce una quantità di sangue pari a circa sei volte il suo peso, dunque non c’è da meravigliarsi che la macchia abbia dimensioni notevoli.
Se si sospetta la presenza di cimici dei letti nella propria abitazione bisogna controllare quei punti che solitamente non si guardano, primi fra tutti le cuciture dei materassi e le giunture delle doghe del letto, ma anche dietro la testiera e i comodini, allargando poi l’ispezione fino a due metri dal letto. Tracce sicure che ne attestano la presenza sono le feci e le esuvie.
Le feci si presentano come delle piccole macchie scure, che, se depositate su superfici dure, assumono la forma di piccole palline dai bordi netti; invece, nei tessuti vengono assorbite lasciando piccole macchioline scure sulle fibre. Il continuo depositare di feci sui materassi genera delle incrostazioni che non possono essere completamente eliminate, neanche dopo un lavaggio approfondito, pertanto in questo caso si consiglia la sostituzione del materasso, ma attenzione: in questo modo non si va a risolvere il problema, perché bisogna agire su uno spettro ben più ampio.
L’esuvia è il termine per indicare ciò che rimane dell’esoscheletro a seguito della muta: gli esemplari giovani di cimice dei letti crescono velocemente ed aumentano rapidamente le loro dimensioni. Compiono almeno cinque mute nel loro sviluppo, così che in caso di infestazione è facile trovare in alcuni punti della stanza i resti di una notevole quantità di esuvie.
Terminata l’ispezione, tutti i materiali contaminati da smaltire vanno riposti in sacchi ben chiusi, per evitare ulteriori diffusioni.
Gli esempi riportati vanno a comporre una traccia su come identificare la presenza o l’infestazione da cimice dei letti: come sempre vi sconsigliamo i metodi fai-da-te, soprattutto in questo caso, visto che il parassita è molto difficile da individuare e in più ha un ciclo di vita molto lungo, che arriva ai due anni. Solo un tecnico specialista della disinfestazione ha le reali competenze per mappare dettagliatamente un’infestazione e proporre un piano di interventi al fine di risolvere il problema in modo efficace e nel breve termine.
La prevenzione è sempre l’arma più forte, quindi per evitare un’infestazione di cimice dei letti nella propria abitazione bisogna prestare molta attenzione alle valige che si riportano a casa dopo un viaggio: è questo il principale veicolo di trasmissione di questo insetto. Quindi, che nel luogo in cui si ha soggiornato questi parassiti fossero presenti o meno, è sempre buona abitudine disfare le valige in luoghi aperti e ventilati, che non sia la camera da letto. Inoltre, è bene lasciare i panni in disparte per un po’, magari lavandoli a 60° (temperatura minima che assicura la morte delle uova e degli insetti), senza riporre subito valige e abiti nell’armadio. È da evitare anche di spruzzare insetticidi, che potrebbero solo arrecare danno alla salute delle persone o degli animali domestici, senza però sortire alcun effetto alla cimice, la quale è estremamente resistente ai prodotti chimici, soprattutto a quelli “da banco”. Seguendo queste piccole regole è possibile vivere i propri spazi in piena tranquillità e con una buona probabilità di non incorrere mai in questi fastidiosissimi parassiti.