Immagina di essere una zanzara con la passione per i viaggi internazionali. Un giorno decidi di intraprendere una grande avventura e finisci per fare amicizia con un virus, il DENV, che però non è proprio il compagno di viaggio ideale, il quale finisce per creare seri danni in giro per il mondo. E così, le nostre autorità sanitarie, preoccupate da questa insolita coppia, si sono organizzate per proteggere tutti noi dalle conseguenze di questa strana amicizia, adottando misure di prevenzione e controllo per evitare che la “febbre spaccaossa” si diffonda tra le persone.
Dengue (DENV) è un virus del genere Orthoflavivirus, appartenente alla famiglia Flaviviridae. Il virus si trasmette all’uomo, che rappresenta l’ospite principale, attraverso la puntura di zanzare femmine infette del genere Aedes, principalmente Aedes aegypti e Aedes albopictus (zanzara tigre). Se una persona infetta viene punta da una zanzara, questa può trasmettere il virus ad altre persone: il contagio non può avvenire direttamente tra esseri umani, ma il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni, periodo in cui la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri. Sono noti 4 sierotipi distinti del virus (DENV-1, DENV-2, DENV-3 e DENV-4), pertanto una persona può infettarsi più volte con sierotipi diversi, ma la successiva reinfezione con un altro sierotipo espone al rischio di sviluppare una malattia grave con esito potenzialmente fatale. Questo accade per un particolare meccanismo attraverso cui il virus riesce a sfruttare a suo vantaggio la nostra risposta immunitaria, in questo modo, gli anticorpi che normalmente ci proteggono dal virus vengono utilizzati dal virus stesso per diffondersi nell’organismo, portando allo sviluppo di una sintomatologia più severa.
Il principale sintomo della malattia è la comparsa improvvisa di febbre alta accompagnata da dolori alle ossa, tanto da essere definita “febbre spaccaossa“. La febbre compare mediamente nell’arco di 5-6 giorni dalla puntura della zanzara infetta e, se la persona viene contagiata per la prima volta, solitamente la malattia si presenta in forma lieve e si risolve nel giro di due settimane. Oltre alla febbre e ai dolori articolari e muscolari, spesso si manifestano altri sintomi come mal di testa, nausea, rash cutaneo e dolore attorno e dietro agli occhi. Nei casi più gravi possono manifestarsi sintomi quali dolori addominali, vomito, epistassi, gengivite, sangue nelle feci o nel vomito, manifestazioni emorragiche e perdita di liquidi.
La Dengue è maggiormente diffusa nei paesi con climi caldi, dove prospera la zanzara Aedes aegypti, ma, a causa del riscaldamento globale e degli scambi/viaggi internazionali, si sta diffondendo come malattia di importazione nella fascia temperata del pianeta, dove fino a pochi anni fa non esisteva. Questo perché l’infezione può essere diffusa anche dall’Aedes albopictus, la nostra zanzara tigre, un vettore permissivo ma meno efficiente di Aedes aegypti. La Dengue è conosciuta da oltre due secoli, ed è particolarmente presente durante e dopo la stagione delle piogge nelle zone tropicali e subtropicali del Sud-est asiatico, del Pacifico occidentale, delle Americhe, dell’Africa e del Mediterraneo orientale. Paesi come Brasile, India, Filippine, Indonesia e Thailandia hanno registrato un elevato numero di casi di Dengue negli ultimi anni. In Europa i primi casi autoctoni, ovvero non associati a viaggi in paesi endemici, risalgono al 2010 in Croazia e Francia.
Dall’inizio del 2024 si è registrata un’impennata di contagi in Sud America, in particolar modo in Brasile e in Argentina, tanto da dichiarare lo stato di emergenza sanitaria e tenere in allerta le autorità sanitarie internazionali, le quali temono che possa diventare endemica in altre latitudini, compresa l’Italia. Nel 2023 Italia e Francia sono stati i paesi europei più colpiti dalla crescita di infezioni locali, le quali – per fortuna – sono ancora sporadiche e stagionali, con un picco in estate e una diminuzione durante i mesi invernali, quindi la Dengue probabilmente non diventerà endemica in Europa nel breve periodo. Nel 2023 il virus Dengue è stato presente in 92 paesi, dove sono stati riportati più di 6 milioni casi e più di 6000 morti; sempre nel 2023 in Italia si sono verificati 82 casi autoctoni in 8 cluster e in Francia 43 casi autoctoni in 4 cluster. A livello globale, le Americhe, in particolare in Brasile e Argentina, risultano essere le più colpite, con importanti epidemie dovute alla circolazione di tutti e 4 i sierotipi, tanto che le autorità italiane hanno dovuto attuare le pratiche preventive in porti e aeroporti.
Curva epidemica dei casi e dei decessi di dengue segnalati all’OMS da gennaio ad aprile 2024
Considerata la forte presenza del virus DENV in Brasile e Sud America e l’importante scambio di persone e merci tra l’Italia e quei paesi, gli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera (USMAF-SASN) hanno ritenuto necessario innalzare il livello di allerta e vigilanza nei confronti dei vettori e delle merci importate da quei Paesi in cui è frequente e continuo il rischio di contrarre la malattia. A tal fine, è stata emanata dal Ministero della Salute il prot. 14 febbraio 2024, n. 4753, relativo all’innalzamento del livello di allerta relativamente alla diffusione della dengue presso i punti di ingresso italiani. Il Regolamento Sanitario Internazionale (Capitolo IV – Disposizioni speciali per merci, container e aree di carico container, e Allegato 5 – Misure specifiche per malattie a trasmissione vettoriale) prevede che l’area aeroportuale/portuale e i 400 metri circostanti siano tenuti liberi da fonti di infezione e contaminazione, compresi roditori e insetti. Lo scopo e l’ambito del Regolamento sono prevenire, proteggere, controllare e fornire una risposta sanitaria alla diffusione internazionale di malattie, utilizzando misure commisurate ai rischi per la salute pubblica e limitate a essi, evitando interferenze inutili con il traffico e il commercio internazionali. Per essere efficaci, le misure sanitarie adottate ai sensi del Regolamento devono essere avviate e completate senza ritardi e applicate in modo trasparente.
Il mezzo più efficace per contrastare il virus DENV è la lotta sistematica e continuativa alle zanzare (Aedes aegypti e A. albopictus) che fungono da vettore della malattia. Un particolarità di questi insetti è la velocità di riproduzione in zone antropizzate, anche in minime raccolte d’acqua, quindi è necessario eliminare tutti i ristagni (sottovasi, innaffiatoi, contenitori aperti nei giardini) e attuare periodicamente trattamenti di disinfestazione larvicida, mentre è consigliato intervenire con trattamenti adulticidi in caso di emergenze oppure – come nel caso di porti ed aeroporti – per prevenire la possibile importazione di vettori dall’estero. A livello domestico ci sono altre misure preventive altrettanto importanti da adottare, come:
- usare le zanzariere alle finestre e attivare l’aria condizionata;
- indossare indumenti che non lascino scoperte parti del corpo, magari di colore chiaro, così da attrarre meno le zanzare,
- applicare prodotti repellenti anti-zanzara sulle parti del corpo che rimangono scoperte.
Non esiste una cura per le persone affette da Dengue, perché non esistono ancora farmaci antivirali specifici in grado di inibire la replicazione di DENV nell’individuo infetto. Per quanto riguarda la prevenzione, sono disponibili sul mercato in Italia due vaccini tetravalenti formulati con virus vivi attenuati, ovvero contengono versioni vive dei quattro sierotipi di virus Dengue, che sono state attenuate in maniera tale da stimolare una risposta immunitaria senza essere in grado di provocare la malattia: Dengvaxia e Qdenga. Nonostante le due tipologie di vaccino siano simili, esse vengono utilizzate in categorie di soggetti differenti: Dengvaxia è autorizzato solo nelle persone con una precedente infezione da DENV, mentre Qdenga è stato autorizzato per un uso indipendente da una precedente infezione.
Da febbraio 2024 in Italia si è ripreso a parlare di Dengue e sono state attuate misure di prevenzione per contenere una possibile diffusione del vettore nel territorio. Al momento, la diffusione del virus è sotto controllo, ma è essenziale continuare a collaborare e adottare pratiche preventive per migliorare questa situazione e impedire la proliferazione dei vettori. Solo con un impegno costante e collettivo possiamo assicurare la salute e la sicurezza di tutti.