Gli insetti delle derrate alimentari sono degli artropodi che possono infestare luoghi in cui si producono, lavorano e commercializzano prodotti alimentari, ma anche i contesti domestici. Molti di questi infestanti possono costituire un pericolo per la salute, sia nelle abitazioni che nelle aziende, ma non sono affatto un problema recente, perché sin dagli albori l’uomo ha cercato metodi e soluzioni efficaci per conservare correttamente e “tenere al riparo” i cibi, tanto che il termine “parassita” venne coniato dai greci per etichettare questi fastidiosi insetti: parásitos (παράσιτος), composto da pará (παρά = presso) e sitos (σῖτος= alimento, sostentamento), ovvero chi mangia o vive a spese di un altro!
La presenza degli insetti delle derrate alimentari in un’azienda provoca un danno di natura economica, ma talvolta può essere indice di pericolo sanitario, perché delle infestazioni importanti potrebbero causare problemi all’uomo, soprattutto in caso di soggetti allergici. Spesso sono le forme larvali a creare i danni maggiori, soprattutto a cereali, farine, spezie e frutta secca, contaminandoli e rendendoli quindi inutilizzabili.
I potenziali danni causati dagli insetti delle derrate alimentari sono:
- Contaminazione di prodotti alimentari e merci;
- Danni ai macchinari, causati dall’accumulo di sostanze generate da tali insetti;
- Riscaldamento dei cereali con conseguente produzione di calore e umidità, che favoriscono la proliferazione di muffe;
- Mancato rispetto delle normative, le quali richiedono che vengano messe in atto determinate azioni di pest proofing aventi l’obiettivo di prevenire la proliferazione di questi parassiti.
Ma chi sono i responsabili di questi danni? I parassiti che più di frequente infestano le derrate alimentari sono Lepidotteri e Coleotteri.
Nell’ordine dei Lepidotteri le famiglie che più di frequente infestano le derrate alimentari sono i Gelechiidi, gli Ecoforidi e le Piralidi. I danni maggiori li arrecano le larve, le quali producono bave e tele sericee negli alimenti contaminandoli. Le Piralidi sono un gruppo molto vasto, ma tendenzialmente quelle più diffuse sono l’Ephestia kuehniella e la Plodia interpunctella.
La tignola grigia della farina (Ephestia kuehniella) è una specie cosmopolita e la si trova principalmente nei paesi con climi temperati. Gli esemplari adulti hanno un corpo grigio chiaro e le ali anteriori sono grigie con striature più scure irregolari, mentre le ali posteriori sono di colore bianco. Preferisce ambienti poco luminosi e le sue larve attaccano farine, pasta, pane, crusca, biscotti, ma anche frutta secca, cioccolato, semi, contaminandoli con le loro bave sericee ed escrementi.
La tignola fasciata (Plodia interpunctella) infesta principalmente la farina, i derivati dei cereali, la frutta (sia secca che essiccata), zucchero, semi, cariossidi e cacao. L’insetto adulto può raggiungere i 20 mm di apertura alare, le ali anteriori presentano nella parte distale una fascia di colore bruno-arancio, mentre alla base hanno una fascia di color crema. Anche in questa specie, sono le larve a provocare i danni, perforando i materiali di confezionamento e contaminandoli con filamenti sericei, escrementi ed esuvie.
Nell’ordine dei Coleotteri le specie più diffuse sono l’Anobio del pane (Stegobium paniceum) e l’Anobio del tabacco (Lasioderma serricorne). Presenti in tutto il mondo, in Italia queste due specie risultano infestanti abituali di magazzini e depositi di sostanze alimentari. Si tratta di due insetti dall’aspetto molto simile tra di loro, tanto che spesso c’è bisogno di un occhio esperto per distinguerle, anche per via delle loro dimensioni decisamente ridotte che si aggirano tra i 2 e i 3 mm. In generale, l’anobio del tabacco è leggermente più grande e ha antenne seghettate, mentre quelle dell’anobio del pane terminano in mazze a 3 segmenti. Entrambi si nutrono di cibi secchi: l’anobio del tabacco predilige i prodotti del tabacco, ma la sua alimentazione comprende anche molte spezie (pepe, noce moscata, zenzero, peperoncino, curry, paprika) e varie tipologie di farine e cereali; invece, l’anobio del pane si nutre principalmente di farine e cereali. In entrambe le specie, le larve sono piccole e bianche e rappresentano la fase più distruttiva per gli alimenti infestati, perché si nutrono attivamente del materiale organico, scavando gallerie e compromettendone la qualità.
Le condizioni ambientali favoriscono la crescita e la proliferazione di ogni specie di infestante, soprattutto il caldo e l’umidità avvantaggiano la loro velocità riproduttiva intensificando i danni diretti e indiretti.
In un’azienda la prima cosa da fare è attuare un piano IPM – Integrated Pest Management, il quale consta di quattro diverse fasi, tutte essenziali e imprescindibili al fine raggiungere lo scopo finale, ovvero la tutela della salute dei consumatori: Misure preventive, Monitoraggio, Agenti Biologici e Interventi mirati.
Le misure preventive sono alla base del Pest Proofing, perché lo scopo principale del Pest Control è prevenire un’infestazione e, quindi, non solo di contenerla o debellarla. Ecco quindi che per prima cosa bisogna tenere i locali (sia interni che esterni) perfettamente puliti e ordinati, indentificando e intervenendo su possibili punti di accesso per gli insetti.
Il Monitoraggio serve a mantenere efficaci nel medio/lungo periodo le misure preventive e consiste nel controllare la possibile presenza di parassiti lungo l’intera filiera e di registrare con attenzione i dati correttamente, i quali sono di fondamentale importanza per la tracciabilità del prodotto e per assicurare una tempestiva rimozione dal mercato dello stesso nel caso di contaminazione. Parte del monitoraggio consiste nell’impiego di trappole per la cattura di possibili insetti infestanti, così da facilitarne l’individuazione della loro presenza.
Se durante i monitoraggi si vedono negli alimenti o nelle trappole dei segni di una possibile contaminazione, bisogna intervenire subito per identificare l’agente biologico. Il tecnico disinfestatore, una volta identificata la specie infestante, valuta quali misure attuare affinché la disinfestazione risulti efficace e con il minor impatto ambientale possibile. In merito si è anche espressa anche l’Unione Europea con l’emanazione del Regolamento (CE) n. 396/2005 concernente i livelli massimi di residui di antiparassitari nei o sui prodotti alimentari e mangimi di origine vegetale e animale: tutti i prodotti alimentari destinati al consumo umano o animale nell’UE sono soggetti a un livello massimo di residui di antiparassitari al fine di proteggere la salute umana e animale.
Oltre ai Presidi Medico Chirurgici, esistono degli insetti utili “antagonistici” che contribuiscono al contenimento di questi parassiti, come Habrobracon hebetor, una piccola vespa che uccide con il suo pungiglione velenoso le larve di tignola grigia della farina, o Trichogramma evanescens che invece parassitizza le uova della tignola. Si tratta di parassitoidi ancora in fase di studio e sperimentazione, dunque non ancora utilizzabili nell’IPC, ma è da precisare che questi insetti possono essere impiegati a titolo curativo, e non a scopo di prevenzione, il quale è il punto chiave del pest management.
In conclusione, gli insetti delle derrate alimentari sono dei parassiti che da secoli rappresentano un serio problema per le persone e soprattutto per le aziende che trattano cibi. Le tecniche per contenerli sono ben collaudate e strutturate, esistono soprattutto diverse leggi che illustrano con precisione quali standard qualitativi è necessario mantenere, ovviamente bisogna sempre partire dal fattore più importante, ovvero la prevenzione, così da evitare infestazioni gravi e difficili da contrastare. In generale, osservare con precisione e costanza l’integrità degli involucri degli alimenti e provvedere a conservare i cibi in contenitori robusti sono pratiche che aiutano molto a contenere le infestazioni e la proliferazione di questi parassiti, come anche l’impiego professionale di trappole o esche, le quali devono essere posizionate da tecnici disinfestatori, che sanno come operare al fine di offrire un servizio veloce ed efficiente