“Piccolo come una pulce”, “Fare gli occhi alle pulci” o “Mettere una pulce nell’orecchio a qualcuno” sono solo alcuni dei modi proverbiali in cui la pulce fa da protagonista. Dimensioni piccolissime e capacità di saltare a grandi altezze fanno di questo insetto cosmopolita uno tra i più noti, soprattutto per chi ha animali domestici come cani o gatti.
Dal punto di vista tassonomico, la pulce appartiene all’ordine Siphonaptera, ovvero insetti privi di ali, che conta ben 15 famiglie e circa 2500 specie, delle quali la maggior parte è ectoparassita dei mammiferi, con una piccola percentuale che riguarda i volatili.
Delle 2500 specie di pulci esistenti in tutto il mondo, ognuna ha ovviamente i propri gusti e i propri “bersagli”. E’ stato ampiamente dimostrato che in Italia la specie più diffusa è Ctenocephalides felis felis (70% della popolazione di pulci), seguita da Ctenocephalides canis (25-30%), mentre la Pulex irritans ha una percentuale di diffusione molto limitata:
- Ctenocephalides felis felis (parassita del gatto), è noto per essere il più comune dei parassiti esterni ematofagi dei felini domestici, solo occasionalmente attacca altri mammiferi, tra i principali il cane e l’uomo;
- Ctenocephalides canis (parassita del cane), sceglie come ospite in prevalenza cani, ma lo si può trovare anche nei gatti e in alcuni casi nell’uomo. È vettore del parassita Dipylidium caninum, che può comportare per l’uomo la patologia detta tenia canina, e del Dipetalonema reconditum, un parassita dei tessuti sottocutanei che colpisce soprattutto i canidi;
- Pulex irritans (parassita dell’uomo), può infestare principalmente l’uomo, ma lo si può trovare anche in numerosi mammiferi domestici (cane, gatto, cavallo, maiale) e animali selvatici (ratti, volpi, caprioli). Insetto originario dell’America centrale e meridionale, è ora una specie cosmopolita, probabilmente a causa del commercio di pellicce, avvenuto dopo il XVIII secolo.
Tutte le pulci hanno la stessa morfologia generale con alcune piccole eccezioni a seconda della specie: un corpo piccolissimo appiattito latero-lateralmente, che va da un minimo di 1mm ad un massimo di 6mm, un esoscheletro compatto e robusto con superficie lucida, tre paia di zampe, un paio di antenne. A rendere possibili i tanto noti salti delle pulci è la conformazione delle zampe e delle coxa, grazie anche a una proteina chiamata resilina: pensate che il salto della Ctenocephalides felis felis (parassita del gatto), la cui dimensione corporea va dai 1,5 mm ai 4 mm, può misurare 33 cm in altezza e 50 cm in lunghezza.
Tanto piccoli quanto fastidiosi, questi insetti esercitano l’attività parassitaria esclusivamente allo stadio adulto. È noto che in Italia le infestazioni da pulci nell’uomo sono rare, ma non impossibili.
Sono definiti ectoparassiti permanenti, perché non si allontanano mai volontariamente dall’ospite, e la peculiarità anatomica che li rende particolarmente idonei al parassitismo è il loro essere telmofaghe: l’apparato boccale è di tipo pungente-succhiatore e presenta un palpo mascellare provvisto di microdentini, con cui perforano la cute dell’ospite per creare un micro-ematoma dal quale nutrirsi del sangue. Possono permanere sul corpo dell’animale fino a due mesi, alimentandosi quotidianamente o a giorni alterni (la femmina assume una quantità di cibo superiore rispetto al maschio) e continuamente per circa 30 minuti ad intervalli di 5-10 minuti fino al pasto successivo.
Le pulci presentano un ciclo biologico a metamorfosi completa (uovo, larva, pupa e adulto), per questo sono definiti insetti olometaboli, ma solo gli adulti svolgono attività parassitaria, così per oltre il 90% del ciclo vitale dell’insetto, negli stadi immaturi, vivono in ambiente esterno, al di fuori dell’ospite vertebrato. La femmina, subito dopo essersi nutrita, depone sull’ospite circa 15-20 uova al giorno, le quali solitamente cadono e si diffondono nell’ambiente, specialmente nel luogo dove l’animale si riposa, dorme o nidifica; infatti, se notate sul pavimento o sui tappeti dei minuscoli granelli chiari, simili a sabbia bianca, potrebbero essere proprio delle uova di pulce.
Le uova si schiudono in un tempo compreso fra due e quattordici giorni, a seconda delle condizioni ambientali e climatiche. Le larve sono cieche e il loro sviluppo avviene in un arco compreso fra una settimana e diversi mesi, passando attraverso tre stadi e nutrendosi delle feci di pulci adulte o di frammenti di pelle, pelo o piume.
La maggior parte delle pulci trascorre l’inverno nella fase di larva o pupa, dove il tasso di sopravvivenza è massimo quando i climi sono miti. La metamorfosi da pupa ad adulto dura da cinque a quattordici giorni e avviene all’interno di un bozzolo tessuto dalla larva. Le pulci adulte prediligono gli ambienti più freschi e umidi e sono in grado di sopravvivere per diversi giorni anche in condizioni di freddo intenso. Questi insetti si possono trovare in tutti i periodi dell’anno, ma la “stagione delle pulci“, ovvero il periodo in cui gli adulti sono più attivi e si raggiungono i picchi dell’infestazione, è l’estate e/o l’inizio dell’autunno.
Le pulci sono piccole e velocissime e per questo sono difficili da individuare. Le aree esterne esposte alla luce solare non sono dei punti critici per le infestazioni di pulci, perché non offrono possibilità di sviluppo e sopravvivenza dell’insetto, tuttavia, gli ambienti ombreggiati, come le parti inferiori dei cespugli, o le cucce dei cani, ne consentono uno sviluppo ottimale.
Solitamente, le aziende specializzate in pest-control intervengono negli ambienti domestici sulle infestazioni di Pulex irritans (parassita dell’uomo), la quale viene trasportata da cani e gatti. Pulex i. ha una vita piuttosto breve, ma abbastanza lunga per rendere necessaria una disinfestazione completa, perché si riproduce a grande velocità, tanto che in un mese riesce a rendere invivibili gli ambienti, in più con il forte rischio di veicolare malattie.
Se trovate delle pulci nella vostra abitazione, la prima cosa da fare è procedere con la profilassi antiparassitaria nell’animale domestico (tramite collari antipulci oppure mediante prodotti spray o in gocce da applicare tra le scapole dell’animale) e dedicarsi a una pulizia accurata e approfondita degli ambienti, passando l’aspirapolvere sui tessuti (tappeti, moquette, tende, divani, cuccia del cane) e disinfettando tutte superfici lavabili e i vestiti (mediante un ciclo in lavatrice ad almeno 60°). Se l’infestazione persiste, allora bisogna affidarsi ad un’azienda di disinfestazione, la quale provvederà a fare un sopralluogo per capire l’entità del problema e il miglior modo di procedere. La profilassi prevede la disinfezione ambientale con prodotti che agiscono sui diversi stadi di sviluppo della pulce. L’insetticida utilizzato è generalmente un presidio medico-chirurgico ad azione abbattente e snidante, tra i più usati quelli a base di piretro, un principio attivo naturale che agisce per contatto e ingestione.