Il maggiolino (nome scientifico Melolontha melolontha) è un coleottero appartenente alla famiglia degli Scarabeidi e deve il suo nome proprio al mese di maggio, periodo in cui inizia sfarfallare e a far danni alle gemme e alle foglie degli alberi.
Questo insetto è molto vorace e polifago, cioè capace di nutrirsi di sostanze diverse, come alberi, arbusti, piante da frutto e orticole, tuttavia è noto che abbia una particolare preferenza per i meleti e per la vite. Gli adulti si nutrono delle parti aeree delle piante, come le foglie e le gemme, invece le larve si cibano di residui vegetali e di radici, bloccando così la crescita del vegetale.
Gli adulti hanno una forma allungata con la parte triangolare terminale dell’addome di conformazione triangolare, la cui lunghezza totale è variabile dai 20 ai 30 mm, e presentano ali anteriori di colore rosso-brunastro e torace bruno-nerastro. Le larve sono biancastre, con testa e zampe di colore marrone-arancione, e lunghe circa 40 mm.
Prevenzione e lotta ai maggiolini, sia allo stadio adulto, ma soprattutto a quello larvale, vengono effettuate specialmente in vivai ed aziende agricole, dove la loro presenza potrebbe compromettere seriamente la produttività di queste attività. La lotta contro il maggiolino adulto viene effettuata solamente nel caso di gravi infestazioni, mediante l’erogazione di insetticidi sulle parti fogliari di piante e alberi, contestualmente allo spargimento di prodotti granulari nel terreno circostante per intervenire anche sulle larve. Più complessa, invece, è la lotta alle larve, le quali prolificando nel terreno ad una profondità di circa 20-30 cm sono più difficili da individuare.
Anche nel caso del maggiolino, la lotta integrata serve a completare il lavoro svolto dai prodotti chimici, per garantire una maggiore efficacia e soprattutto per poter godere dei risultati anche nel lungo periodo. Molto usati sono gli Heterorhabditis bacteriophora, nematodi entomopatogeni usati come agenti di controllo biologico delle larve di maggiolino, oziorrinco ed altri coleotteri. Il trattamento viene eseguito a terreno umido, il quale deve essere mantenuto tale anche nei giorni successivi, per favorire la mobilità dei nematodi, i quali si spostano alla ricerca di larve ed una volta trovate le attaccano penetrandole causandone la morte. Il comportamento entomopatogeno è dato dalla simbiosi con un batterio del genere Xenorhabdus, che viene immesso all’interno dell’ospite e la cui azione rende il substrato favorevole allo sviluppo del nematode. La larva uccisa viene abbandonata e migliaia di nuovi nematodi si spostano alla ricerca di nuove larve ospiti, innescando un’ulteriore azione di controllo, ma affinché l’intervento abbia una maggiore efficacia le temperature del substrato devono aggirarsi tra i 18 e i 22°C.
Per agire in prevenzione ed evitare la diffusione di questo parassita ci sono varie azioni da attuare. Una buona abitudine è quella di rivoltare spesso il terreno, così che i maggiolini trovando il terriccio troppo tenero evitano di deporci le uova, invece per tenere lontani gli insetti adulti una buona idea è installare una “bat box”, ossia una casa ecologica fatta apposta per i pipistrelli, i quali sono ghiotti di coleotteri; l’importante è non temere la presenza dei pipistrelli, altrimenti si passa da un problema all’altro!
Invece, se nell’orto o nel giardino si assiste ad una sorta di moria di piante inspiegabile, la prima cosa da fare è scavare in profondità il terreno attorno all’ultima piantina morta: sarà molto facile trovare lì in prossimità una o più larve che andranno eliminate all’istante per evitare che attacchino anche il resto delle colture.
Una curiosità che di sicuro ben pochi conoscono è che nell’Ottocento i maggiolini venivano mangiati sia in Italia che in Europa, specialmente nelle zone di montagna, tanto che in letteratura è facile trovare elementi che riportino a questa comune pratica dell’epoca. All’inizio del secolo scorso in Germania si prescriveva ai convalescenti il consumo del brodo di maggiolini (in sostituzione di carni pregiate troppo costose per una grande fascia di popolazione), fino ad arrivare alla fine del XX secolo quando nei menù dei migliori ristoranti francesi si poteva ancora trovare la soupe de hanneton.
I tempi sono cambiati, come anche i gusti a tavola, mentre una cosa che permane e che va aldilà delle mode è il rispetto per la natura ed è per questo che consigliamo sempre di rivolgersi in caso di parassiti ad aziende specializzate, così da agire salvaguardando l’ambiente e le persone che lo vivono.