Con l’arrivo dell’autunno e il conseguente abbassarsi delle temperature, la ricerca di un rifugio caldo ed accogliente diventa un’esigenza, soprattutto in vista dei climi ben più rigidi che avanzeranno durante l’inverno. Ecco che la propria casa comincia ad essere ancor più vissuta, ma non solo dai famigliari: come le persone, anche topi e ratti cercano un luogo caldo in cui ripararsi e, perché no, anche allargare la famiglia. Che si tratti di una casa con giardino o di un appartamento, se un roditore si trova nei paraggi della vostra abitazione il rischio di essere esposti ad un’infestazione è alto. Dopotutto un topo è capace di risalire le tubature, ma anche di passare attraverso fessure piccolissime, soprattutto se hanno fame e sentono odore di cibo provenire dall’abitazione.
Se la casa si trova in campagna è facile avere come ospiti i topi, Mus domesticus o Mus musculus, soprattutto se ci sono pertinenze, come granai, fienili e simili, luoghi ideali per nascondersi o rifugiarsi dalle temperature rigide. Inoltre, è la presenza di animali domestici o da cortile ad attrarre questi roditori, perché la disponibilità di cibo a loro destinato e gli scarti da loro abbandonati sono pressoché costanti nei dintorni dell’abitazione.
Invece, se si abita in città è probabile che l’infestazione sia di ratti, principalmente Rattus rattus o Rattus norvegicus. Entrambe le specie possono impossessarsi del luogo entrando da qualsiasi anfratto, anche se nel caso dei ratti, se si tratta del Rattus rattus predilige le zone alte, come tetti e sottotetti, mentre il Rattus norvegicus lo si trova nei vani interrati o semi-interrati, come cantine o legnaie, ma soprattutto nelle fognature, dalle quali risale ed entra nelle case attraverso gli scarichi dei bagni.
I ratti costruiscono i nidi in zone “calde”, dunque armadi, cassetti, imbottiture, scatoloni, utilizzando materiali come carta, cartone, stracci, paglia, polistirolo, invece, i topi scavano cunicoli che si diramano in complesse gallerie con numerose vie di fuga.
Una derattizzazione è un’operazione complessa svolta da personale specializzato in pest-control. L’intervento inizia con un’analisi del luogo e dell’infestazione, identificando le zone nelle quali i roditori hanno costruito la loro tana e la possibile quantità di esemplari presenti, nonché i tragitti che percorrono dalla tana alla ricerca di cibo e acqua. Successivamente, in base ai dati raccolti, l’operatore fa un piano del tipo di esche e trappole (collanti, erogatori, trappole a molla, ecc.) da utilizzare e pianifica una serie di ispezioni di controllo, per verificare l’andamento e la buona riuscita della derattizzazione. È giusto evidenziare il fatto che una corretta derattizzazione non si risolve al primo intervento, ma si protrae con controlli successivi, per eliminare la popolazione presente ed evitare lo sviluppo di ulteriori infestazioni, dato che topi e ratti si riproducono velocemente incrementando il loro numero di circa il 20% a settimana.
Nel periodo invernale ratti e topi raggiungono la massima densità specifica (che rappresenta il numero di individui per unità di habitat, cioè di spazio colonizzabile o utilizzabile da parte della popolazione), perché tutti i soggetti sono raggruppati negli ambienti di sopravvivenza (a differenza del periodo estivo che sono disseminati nell’area circostante al nido), tanto che possono raggiungere una centinaia di esemplari.
Sono animali estremamente adattabili e molto intelligenti (soprattutto i ratti), così un’infestazione rappresenta un rischio serio e reale, da un lato per la loro capacità di rodere e distruggere ciò che incontrano, dall’altra per le malattie che possono trasmettere. Nel corso della storia, i roditori sono stati tra gli animali più nocivi alla salute dell’uomo, ma anche ai giorni nostri continuano a veicolare serie patologie, attraverso il morso o gli escrementi, come Schistosomiasi, Tifo murino, la Salmonellosi, Leptospirosi, Trichinellosi, Toxoplasmosi, Rickettsiosi e la Febbre da morso di ratto.
Il primo indicatore di un’infestazione di topi o ratti è la presenza di escrementi, che rilasciano in quantità elevate in prossimità dei posti che contengono cibo, i quali emanano un odore decisamente sgradevole. Da non confonderli, però, con gli escrementi di rospo. Per capire a quale dei due animali appartengono, basta schiacciarle (ovviamente indossando dei guanti) e se si sgretolano al tatto appartengo ad un rospo, mentre se risultano più dense sono di ratto.
Rosure e buchi nei pacchi di alimenti (pasta, biscotti, farina e simili) sono un altro fattore di riconoscimento di un’infestazione in corso.
Per evitare un’infestazione la regola numero 1 è un’analisi delle proprie abitudini e della struttura del luogo.
Con abitudini si intendono tutti quei comportamenti sbagliati che non fanno altro che attirare i roditori, come la presenza di spazzatura in aree di facile accesso e la pulizia superficiale delle pattumiere, oppure porte e finestre costantemente aperte senza ostacoli (zanzariere, barre protettive).
Allo stesso modo,la struttura del luogo concorre a facilitare l’accesso a topi e ratti, ad esempio: scarichi o tubazioni non opportunamente sigillate o coperti da grate, aree incolte e poco antropizzate, giardini con scarsa manutenzione e folta vegetazione.
Un altro fattore da non sottovalutare è l’igiene: è buona norma mantenere una buona pulizia, ma talvolta non è sempre possibile o sufficiente, basti pensare che la sola presenza di cibo in un’abitazione o di derrate alimentari in un’azienda funge da richiamo per questi animali onnivori, che prediligono zuccheri, cereali e frutta.
In conclusione, il periodo autunnale è il momento più critico nell’arco dell’anno per quel che riguarda il controllo e la lotta ai roditori, pertanto, che si tratti di un’abitazione privata o di un’azienda, è sempre bene prestare attenzione ai vari segnali. Nel caso aveste qualche dubbio, consultate un’azienda specializzata che saprà trovare le soluzioni più efficaci e mirate per risolvere il problema in modo veloce e sostenibile.