Negli ultimi anni Arocatus melanocephalus, comunemente conosciuto come la cimice dell’olmo, sta facendo parlare di sé a causa della presenza prolungata, visibile in particolare modo in primavera-estate, in prossimità di aree verdi e spazi agricoli, specialmente se vi è presente qualche esemplare di olmo, tigli e querce.
Innocue per la salute dell’uomo, in quanto si nutrono dei semi delle Ulmaceae, rappresentano tuttavia un grosso fastidio in quanto da metà giugno a settembre si presentano con grandi infestazioni all’interno di case e appartamenti e rilasciano odori maleodoranti al tocco, come le più conosciute cimici verdi (Nezara viridula).
La cimice dell’olmo si nutre delle foglie e dei semi delle Ulmaceae, famiglia molto amata e diffusa in tutta l’area settentrionale della penisola. Il danno arrecato agli olmi è direttamente proporzionale alla loro presenza infestante sulla piante: più cimici ci sono e depongono le uova più la pianta risulterà danneggiata e indebolita.
Nelle zone con alberature di Ulmaceae e grossi esemplari purtroppo stiamo riscontrando una crescita sostenuta dei parassiti che si diffondono anche nelle zone vicine agli alberi infestati, andando ad invadere case, appartamenti ed edifici di qualsiasi tipologia. Il consiglio dato alla popolazione è quello di sigillare possibili fessure e crepe per impedirne l’entrata nelle abitazioni, poiché nella fase adulta Arocatus melanocephalus cerca riparo per lo svernamento, consiglio che non tiene conto però dell’impossibilità di aprire porte e finestre delle zone interessate da infestazione.
Seguendo le varie fasi di sviluppo della cimice dell’olmo, i periodi di maggior attività e fastidio per gli esseri umani sono la primavera, stagione nella quali gli adulti si spostano all’esterno per deporre le uova durante la fioritura degli olmi e la fine di giugno. In questo periodo estivo, dopo che le ninfe immature avranno trovato nutrimento nei semi dell’olmo, appaiono i primi adulti alati che possono restate in attività fino all’autunno e oltre, complici temperature miti e in estate l’esposizione nord all’ombra di porte e finestre che li ripara dal caldo.
Come riconoscerle?
Da adulti si distinguono dalle cimici nostrane per la colorazione scura, tra il ruggine e nero. Il lato inferiore dell’insetto è rosso e nella parte posteriore vicino al capo hanno un disegno geometrico a triangoli sempre rossi e neri. Anche le ali presentano una colorazione simile su base chiara e quando sono incrociate sul retro hanno sempre quest’alternanza di rosso ruggine e nero.
L’invasione pre autunnale può avvenire attraverso fessure e buchi presenti nei muri ma anche attraverso porte e finestre aperte o senza adeguati infissi o guarnizioni, una volta entrate possono secernere al tocco un odore pungente simile all’odore di mandorle amare. Una buona prassi, oltre a quella di chiudere le possibili vie di entrate in prossimità degli alberi, è quella di mantenere pulite le aree da foglie, rami e dal secco che di posa per terra, controllando così almeno in parte la riproduzione.
Arocatus melanocephalus non è soggetto a disinfestazioni programmate in quanto la sua presenza non rappresenta un rischio per la salute di persone e animali. Tuttavia in presenza di grandi infestazioni vi consigliamo di non affidarvi al fai da te, ma di effettuare le opportune segnalazioni presso gli uffici comunali competenti e di rivolgervi ad un consulente fitosanitario abilitato che analizzerà il problema e adotterà le tecnica di difesa più opportuna, a tutela della salute e della sicurezza dell’ambiente e delle persone.