Quello nella foto, a prima vista, appare come un ramoscello molto poetico: la leggerezza color pastello delle bacche si sposa perfettamente con il verde delle foglie e il rosa delicato dei petali, peccato che quella patina biancastra è proprio il risultato di una malattia fungina della pianta chiamata oidio!
Le malattie fungine delle piante, chiamate anche malattie crittogame, sono infestazioni parassitarie dei vegetali, spesso rilevabili ad occhio nudo, causate da funghi patogeni invisibili (oidio, peronospora, ecc). Generalmente, le cause maggiori per le quali le piante vengono attaccate da malattie fungine sono tre: il prolungarsi di un clima troppo umido, una primavera troppo piovosa o un’estate troppo torrida, ovvero le principali condizioni climatiche che mettono a dura prova le piante.
Tra le malattie crittogame più comuni abbiamo:
- oidio o mal bianco o albugine;
- peronospora;
- botrite o muffa grigia della vite;
- fumaggine.
L’oidio è una malattia fungina molto comune, che si presenta come un sottile strato biancastro, simile alla farina o alla cenere. Se non trattata in tempo, le foglie – oltre a coprirsi di questa patina bianca – si arrotolano e si tingono di marrone per poi cadere. Se l’infestazione è grave e molto diffusa, si può assistere anche alla morte dei rami e al rallentamento della germinazione.
L’oidio attacca diverse piante, come le orticole (bietole, radicchio, indivia, carote, sedano, prezzemolo e finocchi), i cereali (grano saraceno e orzo), le piante da giardino (rosa, lillà, begonia, ortensia, crisantemo, dalia e calendula), alberi e arbusti (acero, platano, evonimo, biancospino, lagerstroemia e alloro) e gli alberi da frutto (melo, vite e pesco).
L’oidio viene anche chiamato “fungo del bel tempo”, poiché la sua propagazione è facilitata da un clima caldo e asciutto e dalla rugiada notturna. L’inizio dell’infestazione avviene nelle gemme poste sulle estremità dei rami e, con lo spuntare delle prime foglie, il fungo si espande colpendo parti sempre nuove della pianta. Come la maggior parte degli agenti patogeni, questo fungo può attaccare sia le piante sane che quelle più debilitate, però attecchisce con maggior successo quando il metabolismo della pianta presenta già delle carenze: per esempio, uno squilibrio nutrizionale – come un eccesso di azoto o un’insufficienza di silicio o di calcio – crea debolezza e quindi un possibile sviluppo della malattia.Questo articolo offre la spedizione gratuita sui prodotti per mascherine qualificati, oppure acquista online e ritira in negozio oggi stesso presso Medical Department
In caso di infestazione di oidio si interviene con prodotti a base di zolfo, l’antioidico per eccellenza: usato ampiamente già dal 1800, oggi è un anticrittogamico ammesso anche in agricoltura biologica. Lo si trova in commercio in tre stati: polverulenti, bagnabili, liquidi. Questo elemento chimico ad azione acaro frenante e insetto-repellente, ha la capacità di contrastare la malattia agendo per contatto, perciò lo zolfo deve per forza colpire la spora. Attraverso il contatto induce alla disidratazione e alla morte dell’agente patogeno: ciò avviene perché riesce a penetrare nelle cellule bloccandone i processi respiratori e sostituendosi all’ossigeno. Si tratta di un prodotto multisito che non crea problemi di assuefazione, quindi di resistenza.
In alternativa, si possono utilizzare i triazoli, ovvero fungicidi inibitori della biosintesi dell’ergosterolo (IBE) nella formazione delle membrane cellulari. A differenza dello zolfo, sono sostanze a rischio per l’induzione di fenomeni di resistenza, pertanto se ne consiglia un uso misurato ed effettuato solo da personale formato. I triazoli, oltre ad avere un’attività curativa, svolgono un’importante azione preventiva, indispensabile per mantenere e garantire la salute delle piante e delle colture.