Con il termine sanificazione ci si riferisce all’insieme di procedimenti ed operazioni di pulizia e/o disinfezione e mantenimento della buona qualità dell’aria, in riferimento alle normative vigenti. Il 15 maggio 2020 l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha pubblicato sul suo sito istituzionale il rapporto “Raccomandazioni ad interim sulla sanificazione di strutture non sanitarie nell’attuale emergenza COVID-19: superfici, ambienti interni e abbigliamento” che, basandosi su dati ufficiali, forniva le informazioni sulla trasmissione dell’infezione da SARS-CoV-2, sulla sopravvivenza del virus su diverse superfici e sull’efficacia dei prodotti utilizzati per la pulizia e la disinfezione/sanitizzazione dei locali. Questo documento è importante sotto molteplici punti di vista, ma soprattutto perché nel trattare i prodotti per la sanitizzazione considera anche l’impatto ambientale e i rischi per la salute umana connessi al loro utilizzo.
I prodotti con un’azione disinfettante battericida, fungicida, virucida, o che comunque vantano un’azione volta all’eliminazione o alla disattivazione di microrganismi, ricadono in due distinti processi normativi:
– i Presidi Medico Chirurgici (PMC), prodotti di uso professionale e non, suddivisi principalmente in disinfettanti e sostanze germicide o battericide, insetticidi, insetto-repellenti, topicidi e ratticidi per uso non agricolo. Per poter essere commercializzati nel mercato italiano devono essere autorizzati dal Ministero della Salute, ma la domanda di autorizzazione deve essere inviata contestualmente anche all’Istituto Superiore di Sanità;
– i Biocidi, prodotti comunemente utilizzati per la conservazione di beni e materiali, impiegati anche per scopi di sanità pubblica e privata. Sono intesi come antiparassitari non agricoli finalizzati ad eliminare o ad impedire l’azione di qualsiasi organismo nocivo per l’uomo, gli animali, i materiali e i beni di consumo.
Quando si effettua una sanificazione su superfici ed ambienti interni non sanitari, si hanno a disposizione quattro tipi diversi di disinfettanti:
– etanolo (alcol etilico), può essere utilizzato su superfici e strumenti vari e sulla cute integra;
– ipoclorito di sodio, più conosciuto come candeggina (3-5%) o amuchina (1,5%), è un prodotto che va utilizzato con estrema cautela perché irritante per pelle ed occhi. A concentrazioni superiori al 10% diventa corrosivo, mentre se mescolato ad altri composti diventa ancor più pericoloso, pertanto è consigliabile riservarne l’utilizzo ad esperti in materia;
– perossido di idrogeno (acqua ossigenata), il quale sul virus ha un’azione paragonabile a quella dell’ipoclorito di sodio;
– composti d’ammonio quaternario (QUATs), privi di un colore ed odore specifico, sono impiegati per la disinfezione di superfici ed ambienti dediti alla preparazione di alimenti.
Non tutti i prodotti per la disinfezione/sanificazione hanno effetti reali nei confronti dei coronavirus: lo sono solo i prodotti disinfettanti autorizzati dal Ministero della salute e dall’ISS che riportano sull’etichetta il numero di registrazione, pertanto tutti i prodotti ad azione “igienizzante” che non rispecchiano questa caratteristica non sono efficaci alla rimozione del virus SARS-CoV-2.
In fase di stesura delle linee guida per la prevenzione della diffusione del COVID-19, le organizzazioni coinvolte (ECDC, CDC, OMS) hanno formulato tre punti cardine:
1- assicurare un adeguato tasso di ventilazione e ricambio d’aria;
2- pulire accuratamente con acqua e detergenti neutri superfici, oggetti, ecc.;
3- disinfettare solo con prodotti adatti, registrati e autorizzati.
La scelta del prodotto disinfettante più adatto da utilizzare ricade sulla tipologia di materiale oggetto del trattamento che potete confrontare nella tabella sottostante. Le quantità e i tempi di applicazione devono sempre corrispondere a quanto indicato nell’etichetta posta sulla confezione e non devono mai essere mescolati prodotti diversi per preservare la salute delle persone e dell’ambiente.
Invece, nella tabella sottostante potete confrontare il tempo di sopravvivenza del virus SARS-CoV-2 su varie superfici (in condizioni sperimentali) in dipendenza del materiale interessato, della concentrazione, della temperatura e dell’umidità: importante sottolineare che questi dati si riferiscono al reperimento di RNA del virus e non al suo isolamento in forma vitale, dunque non è correlato alla sua reale infettività.
Al termine delle operazioni di pulizia effettuate in ambienti ove non hanno soggiornato soggetti accertati positivi al COVID-19, tutti i materiali utilizzati (ad esempio panni, spugne, guanti, carta, ecc.) vanno conferiti nella raccolta indifferenziata.
Grande assente finora è stato l’ozono, in quanto si è ancora in attesa dell’autorizzazione a livello europeo del regolamento UE 528/2012 (BPR) sui biocidi della sua efficacia microbicida anche sui virus, avendo testato solo la sua azione biocida come disinfettante in ambito alimentare, per i servizi igienico-sanitari di superficie e dell’acqua potabile. Per questo motivo l’ozono in Italia può essere commercializzato solo come Presidio Medico Chirurgico “sanitizzante” e non “disinfettante”, pertanto non consente di effettuare una sanificazione certificabile. Non di certo trascurabile il fatto che l’ozono sia un gas altamente irritante, che oltre a dover essere impiegato solo da operatori specializzati, ha lo svantaggio che se usato in alte concentrazioni provoca danni ai materiali e a determinate superfici, come il PVC.
In conclusione, si consiglia di scegliere sempre prodotti certificati e di seguirne attentamente le istruzioni d’uso, allo stesso modo si raccomanda che una semplice sanificazione “fai da te” delle superfici non va ad eliminare in toto il virus, perché per via della sua volatilità rimarrebbe ad un primo step sospeso nell’aria per poi depositarsi sulle superfici mantenendo vivo il problema. In caso di dubbi al riguardo è sempre doveroso affidarsi ai documenti ufficiali del Ministero della Salute o dell’Istituto Superiore di Sanità, altrimenti contattare un’azienda specializzata che saprà dare risposte esaustive e consigliare il meglio per affrontare questo virus.