La Vespa velutina nigrithorax è un tipo di vespa originaria dell’Asia orientale, comunemente nota come vespa velutina, gode anche di appellativi come “vespa di cornovaglia”, “calabrone dalle zampe gialle” e “vespa asiatica”, ma non va confusa con la Vespa orientalis, che è un’altra specie.
Si tratta di una specie aliena diventata invasiva in alcune parti del mondo, inclusa l’Europa: fino a circa 20 anni fa era ampiamente diffusa in India, Indocina, Cina e Giava, nel 2005 è stata introdotta accidentalmente attraverso il commercio internazionale nella zona meridionale della Francia, propagandosi poi in Italia, Spagna, Portogallo e Belgio.
Affrontiamo questo argomento poiché, a differenza di altre specie di vespe e calabroni, la vespa velutina costituisce una grave minaccia per gli impollinatori, i loro alveari e, di conseguenza, per la biodiversità. Mentre nell’Asia sud-orientale ha come antagonista l’ape asiatica (Apis cerana), in Italia l’Apis mellifera ligustica non ha difese efficaci contro di essa.
La Vespa velutina è un vero e proprio predatore che si nutre principalmente di api. Attacca gli alveari, impedendo alle api di uscire per raccogliere cibo e causando la morte o il deterioramento irreversibile delle colonie. La sua presenza può portare a perdite di alveari fino al 50%. Oltre alle api, questa vespa attacca anche altri impollinatori come bombi e farfalle.
Ma come riconoscere una vespa velutina senza scambiarla per una vespa o un calabrone comune? Ad un primo aspetto è facile confonderla con una vespa crabro, in realtà presenta queste differenze:
- La vespa velutina è più piccola dei calabroni, ma più grande di molte vespe europee comuni. Gli esemplari misurano tra 17 e 32 mm, mentre i calabroni tra 18 e 35 mm;
- Ha un corpo sottile e slanciato, con una livrea bruno-nerastra, dove il torace è nero e l’addome è giallo-arancio con una caratteristica banda di colore scuro sul quarto segmento. Le zampe sono gialle e la testa vista di fronte è giallo-arancio, a differenza del calabrone che ha le zampe bruno-rossastre e la testa presenta la fronte gialla e la parte superiore rossa;
- Le vespe velutine costruiscono nidi appesi ad alberi, pali dell’elettricità o altre strutture ad uso umano, come serre, capanni o terrazze, mentre i calabroni li costruiscono in luoghi riparati e tranquilli, come cavità, camini o sottotetti. Il nido primario di Vespa velutina è uguale a quello della Vespa crabro, quando le dimensioni si fanno più importanti si possono notare alcune differenze, soprattutto nella sagoma, perché quello di vespa velutina è sferico o a forma di pera.
La caratteristica principale tra vespa velutina e vespa crabro è nel loro comportamento. Il calabrone è meno aggressivo delle comuni vespe e attacca raramente, a meno che minacciato. La vespa velutina ha un tasso di aggressività pari a quello del calabrone, ma in prossimità dei nidi attacca più violentemente, tanto che 8-12 punture possono provocare un avvelenamento tale da richiedere un ricovero ospedaliero.
La lotta contro la vespa velutina è un processo complesso che richiede un approccio integrato e coordinato e la collaborazione tra autorità locali, apicoltori, entomologi e altre parti interessate. Da quando sono stati avvistati i primi esemplari in Italia e si sono visti i danni che queste specie arrecano alle api e all’apicoltura, si sono attuate da subito delle pratiche per il loro controllo e gestione. In questi anni sono state sviluppate diverse strategie per il monitoraggio della vespa velutina, in primis l’utilizzo di trappole “tap-trap” a base di feromoni per confermarne la presenza e monitorare l’andamento dell’infestazione.
Agli apicoltori viene richiesto di condurre monitoraggi regolari per individuare la presenza di nidi e individui di vespa velutina, perché è attraverso il coordinamento delle attività e lo scambio di informazioni che si riesce ad affrontare efficacemente il problema su scala sia regionale che nazionale. Le trappole devono essere impiegate da aprile ad ottobre e vanno controllate ogni 15-20 giorni, così da garantire il pronto e precoce rilevamento di eventuali individui e la conseguente identificazione degli stessi.
La distruzione dei nidi è una strategia fondamentale per il controllo della popolazione. Tuttavia, questa attività deve essere eseguita da operatori esperti, poiché, come abbiamo visto, la vespa velutina è particolarmente aggressiva e pericolosa verso chi minaccia il nido. La distruzione dei nidi è un’azione importante per prevenire la proliferazione della specie, ma deve essere eseguita con attenzione da operatori esperti.
In conclusione, la diffusione della vespa velutina ha dimostrato quanto sia importante preservare l’equilibrio degli ecosistemi e la salute degli impollinatori. La lotta contro questa specie aliena è una sfida che richiede la collaborazione di tutti e gli sforzi congiunti degli apicoltori, delle autorità e degli esperti in entomologia stanno producendo risultati positivi nel controllo di questa minaccia. Attraverso il monitoraggio costante, l’identificazione precoce e la distruzione dei nidi, è possibile limitare la proliferazione della vespa velutina, ma anche la sensibilizzazione pubblica è fondamentale per garantire che tutti possano riconoscere questa vespa invasiva e adottare le precauzioni necessarie. Come abbiamo visto, la puntura di vespa velutina può arrecare danni seri all’uomo, soprattutto ai soggetti allergici, pertanto si raccomanda di affidarsi sempre ad aziende di disinfestazione per la rimozione dei nidi, al fine di salvaguardare la salute pubblica.